C'é un aspetto strano che in realtà accomuna scrittura e pittura. Le immagini dipinte ti stanno davanti come se fossero vive, ma se chiedi loro qualcosa, tacciono solennemente. Lo stesso vale pure per i discorsi: potresti avere l’impressione che parlino, quasi abbiano la capacità di pensare, ma se chiedi loro qualcuno dei concetti che hanno espresso, con l’intenzione di capirlo, essi danno una sola risposta e sempre la stessa.
Platone, Fedro.
La parola greca per libro – biblÁon
– deriva dalla parola bºbloq,
che indica la corteccia interna e fibrosa del papiro. Nel periodo
greco-romano, un libro non aveva la forma del volume che noi oggi
conosciamo (e che si affermò probabilmente intorno al II sec. d.C.,
grazie anche allo sviluppo della pergamena).
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Il Perì Physeos del filosofo eleate Parmenide |
Un
libro poteva variare in dimensioni a seconda delle dimensioni del
foglio di papiro, ma tendenzialmente un rotolo comprendeva circa 20
fogli. I fogli erano uniti in modo che l'area scritta presentasse le
fibre di papiro in orizzontale, a parte il primo, il protocollo,
che invece le doveva presentare in verticale e che aveva la funzione
di proteggere lo scritto. Il testo era organizzato in colonne, due
per foglio. All'incirca, un libro poteva contenere 1500 versi.
Abbastanza per una tragedia o una commedia. Testi più lunghi
venivano divisi in vari libri.
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Teogonia di Esiodo |
La
Teogonia
di Esiodo che noi abbiamo riprodotto arriva a comporsi, ad esempio,
di 20 fogli. Arrotolota arriva ad avere il diametro di circa dieci
centimetri e, srotolata, arriva a circa sei metri di lunghezza.
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