Le idee cosmologiche diffuse tra i Greci dell’epoca arcaica sono ricavabili dai poemi omerici.
La Terra era concepita come un disco piatto circondato dal fiume Oceano. Al di sopra del disco, in forma di calotta semisferica, era posto il Cielo, mentre al di sotto vi era il Tartaro. Poiché il Tartaro è sempre buio il Sole (e gli altri astri) non potevano mai raggiungerlo. Secondo una tradizione riferita da Ateneo (I Deipnosofisti, 469e-470d), e presente già nella mitologia egizia, il Sole durante ogni notte sarebbe stato trasportato da Ovest ad Est lungo l’Oceano, adagiato in un letto o, secondo altri autori, posto in una coppa. Omero conosce e nomina alcune costellazioni e stelle, ma le nozioni astronomiche da lui usate sono estremamente limitate. Esiodo, in relazione alla regolazione dei tempi del lavoro agricolo, ha l’occasione di citare qualche nozione in più. Ad esempio come punti di riferimento temporali usa sia i solstizi sia fenomeni stellari. Si tratta però anche in questo caso di conoscenze empiriche, inquadrate nell’ambito della cosmologia tradizionale...
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